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"In attesa della morte: tutti lo siamo, ma le case di riposo lo ribadiscono in modo diretto, non drammatico né cupo, ma diretto: lo dicono le poltrone, i divani, le sedie a rotelle, i tutori, i letti con le sponde su cui giace un'umanità senza speranza, che mantiene un tenue filo di congiunzione con la vita passata attraverso i parenti e gli amici che si recano in visita. Lo segnala l'assenza di ornamenti che possano abbellire o connotare gli ambienti, in cui a volte qualche pianta è collocata tristemente in un angolo. I televisori sono sempre accesi anche se nessuno li guarda. Non ci sono tende. Nei racconti ho cercato di adottare un punto di vista femminile, l'unico possibile in base alla mia esperienza. Le storie sono vere, soltanto un po' romanzate." (Isabella D'Isola)