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Anna Stelvio è una donna di quarantacinque anni, figlia della contemporaneità, che vive il dramma della mancata maternità, in un lungo dialogo interiore che percorre gli ultimi vent'anni della sua vita. In una tiepida mattina primaverile nel prato della cascina dove è cresciuta, sulle rive del Lago di Garda, in preda ai mille pensieri che le travolgono la mente, decide che è arrivato il momento di fare il punto della sua situazione, per districare il groviglio interiore che la tiene in ostaggio. Attraverso la memoria, rivive il percorso che ha attraversato dal momento in cui sognava di essere madre a quello in cui, suo malgrado, cerca di affrontare il fatto che non lo sarà mai. La depressione, la psicanalisi e perfino l'ipnosi regressiva sono i suoi personali percorsi obbligati, per giungere poi alla riscoperta della meraviglia attraverso lo studio della filosofia, la spiritualità e la natura.