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Il libro racconta la storia d'amore tra Goffredo Parise e una «specie di casa delle fate, minuscola e vecchia» sulle rive del Piave, a Salgareda. Di quel «piccolo Eden profumato di sambuco», lo scrittore si innamora: vi trascorrerà undici anni, tra i suoi più felici e fecondi. Qui hanno radice i "Sillabari". Giovanissimo, Claudio Rorato fece amicizia con lo scrittore, e in queste pagine se ne avverte l'eco. Vi è ricostruita la storia del piccolo edificio, così resuscitando modi di vita e di lavoro ormai lontani. Si apre, inoltre, uno squarcio preciso sul mondo animale e vegetale che vive intorno all'incantevole ritiro. Da allora, il paesaggio ha subito alcune ferite per mano dell'uomo, oltre alle gravi devastazioni prodotte dalle alluvioni del fiume - ultima, quella dell'ottobre 2018. Eppure la Casetta resiste. Dopo il trasferimento di Parise a Ponte di Piave, ha cambiato due volte proprietari: entrambi rispettosi del «sonoro interno» che tuttora si avverte in quegli spazi, ne hanno custodito la peculiare natura. Oggi la Casetta è aperta ai visitatori che la frequentano in gran numero dando corpo, ciascuno, a un'immagine dello scrittore sempre viva e sempre nuova.