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Questo romanzo storico è il 2° volume, dopo "Una luce in Alessandria", e presenta le vicende delle due Auguste d'Oriente (Atenaide) e d'Occidente (Galla Placidia), guardando i fatti dell'epoca dal punto di vista delle famiglie imperiali e non del popolo (il ceto a cui appartenevano, sia pure con la loro altissima cultura, Ipazia e suo padre, il grande studioso Teone). La Basilissa Atenaide si interessa alla vicenda di Ipazia e tenta invano di far rendere giustizia alla memoria della studiosa uccisa, ma la cognata Pulcheria insabbia la questione, in quanto esecutori e mandanti appartengono alla Chiesa. Atenaide finisce con il venir bandita dalla Corte di Bisanzio, dove per un periodo fu ospite Galla Placidia, con i figli; la vicenda di Galla, Augusta d'Occidente, è quanto mai avventurosa, poiché ella diviene anche regina dei Visigoti, sposando Ataulfo, il suo primo amore. Il figlio di Galla, Valentiniano, non è il migliore dei sovrani e la figlia, Onoria, addirittura, si offre in sposa ad Attila, il "Flagello di Dio", facendosi cacciare da Corte quando viveva presso i Visigoti, prima come ostaggio, poi come regina.