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Un uomo maturo, mentre la mattina si fa la barba davanti allo specchio, viene assillato dal ricordo di un nome che non riesce a collocare nella sua memoria. Bertucco... chi era costui? L'improvvisa reminiscenza dimenticata di Ugo fa da filo rosso a un viaggio nella memoria del protagonista, che a quel punto non può che interrogarsi sul trascorrere del tempo, giunto per lui ad una svolta importante, alle soglie di un'età in cui si comincia a riflettere sul senso della propria esistenza. Il viaggio della memoria porta e riporta a quella "Domenica d'aprile" così significativa (e perché mai?) per Ugo allora decenne, quando il Napoli sconfisse clamorosamente la Juventus, mentre Napoli era dominata dal laurismo del mezzo paio di scarpe. L'autore allora si fa accompagnare dal bambino, dai ricordi del bambino; e va ad intervistare/interrogare (di persona o in memoriam) tanti protagonisti di quella giornata, da Bertucco appunto a Vinicio a Sivori, al comandante Lauro e all'arbitro Lo Bello. Le traiettorie che portano l'autore a girare l'Italia e gli archivi giornalistici inframmezzano il racconto della vita di Ugo, che nel tempo presente del romanzo vivrà una relazione ambigua e intellettualmente appassionata con La Ragazza del Tempo, che ripara orologi d'epoca e, a tratti, diventa voce della sua coscienza.