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"Con questi testi Raffaele Giannantonio vuole inserirsi in un colloquio che lo precede e che lo emoziona. La poesia è per lui innanzitutto un alveare di voci che lo abita e a cui vuole aggiungere la sua personale nota, secondo le premure che la vita gli provoca e le ferite e le attese che lo visitano. Con un dettato chiaro, cercando una versificazione che non interrompa i legami di significato, quasi di un diario, di una confessione, i testi si presentano come luogo delle memorie, della custodia". Dalla prefazione di Davide Rondoni.