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Milla è bella oltre ogni legittima aspettativa, oltre ogni decenza. Le sue lunghe gambe affusolate disegnano arabeschi in un'aria che sembra stupita di accoglierle; i suoi candidi denti rischiarano la strada e la illuminano di gioia; le sue natiche inverosimilmente lievi e serene promettono bagliori di follia; nei suoi occhi scuri si apre un gorgo in cui si anela a scomparire. L'autore la possiede insaziabile cercando di penetrarne il segreto. Ma è solo quando riposa esausto al suo fianco che la parola gli offre il sentore, la cifra possibile di una soluzione.