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Ventiquattro anni. Non sono molti, eppure sono sufficienti per far credere a Peg che la sua vita sia arrivata a un binario morto. Per lei non c'è più un futuro nella città degli angeli. La sua carriera di attrice sembra finita. Così prende la penna e scrive una nota : «Sono spaventata. Sono una codarda. Mi dispiace per tutto. Se avessi fatto questo molto tempo fa, avrei risparmiato tanto dolore. P. E.». Mette il bigliettino nella borsetta, si lascia alle spalle la casa al 2428 di Beachwood Drive e cammina verso la gigantesca scritta "Hollywoodland" che domina la città. La notte del 18 settembre, come ogni notte a Los Angeles, tracima di suoni, musica e voci. Sul monte Lee invece regna il silenzio. La giovane osserva il suo passato dall'alto, da una posizione privilegiata, meta di tutti i giovani artisti in cerca di fama, e quasi volesse toccare ancora una volta la gloria di un tempo si avvicina alla maestosa lettera H. Si toglie la giacca, la piega con cura, poggia la borsa a terra e poi alzando lo sguardo respira profondamente. Infine si getta nel vuoto. Il suo corpo, un mucchio di ossa rotte e sogni infranti, sarà ritrovato da un escursionista solo due giorni dopo.