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Chissà quanti cittadini, tagliando la Villa Comunale, sguardo al monumento dal volto pacioso, non si sono chiesti: "Luigi Vanvitelli! Chi era costui?". Io, don Abbondio casertano, col dito infilato nel giornale come il prete manzoniano lo teneva nel libro di meditazioni quando incappò in Carneade, l'interrogativo me lo sono tante volte "ruminato" nella mente. Il grosso dell'attività di Luigi Vanvitelli, genio dell'Architettura, è alla portata di tutti; ma "il Cavalier" Luigi Vanvitelli, nato a Napoli, vissuto a Roma e infine per tanti anni, fino alla morte, a Caserta, chi era? L'uomo nel suo vivere quotidiano, i suoi problemi di figlio e poi marito, padre di numerosa figliolanza, professionista-artista del suo inarrivato calibro, con chi si intratteneva, quali rapporti oltre a quelli paludati e formali con i Reali, quali anche le angosce, quelle che i pochi ritratti - in particolare, quello di Giacinto Diano (1765) alla Reggia - coprono così bene? Con Luigi Vanvitelli, come se fosse disceso dal piedistallo monumentale della Villa Comunale, ci fa parlare Giuseppe de Nitto in questa rinnovata e arricchita biografia dell'Architetto, fuori dalle pagine delle antologie.