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Questo piccolo volume del 1832, in cui botanica, arte e universo femminile si incontrano, rappresenta una novità assoluta nel panorama editoriale italiano. Se tra fine Settecento e inizio Ottocento in Europa si stava diffondendo il filone letterario del rapporto tra fiori e donne, in cui spicca il linguaggio floreale, lo stesso non si può dire in riferimento alla frutta. L'Autore, che resta nell'anonimato, non compie una scelta originale solo dal punto di vista del soggetto scelto, ma anche del modo in cui lo approccia: non troppo tecnico, piacevole, arricchito dall'analisi di origini, tradizioni e usi, con divagazioni di storie e leggende sui frutti. Il risultato è un almanacco ancora oggi attuale, esteticamente ricercato, tanto da essere protagonista di un'asta milionaria a New York.