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"Il musaico in piccolo è un industrioso e pazientissimo lavoro, che ripete la sua origine dall'avere immaginato di filare que' medesimi smalti con cui si eseguivano i quadri nella basilica di s. Pietro... Tale invenzione sembra doversi attribuire al musaicista Giacomo Raffaelli che nel 1775 in Roma faceva mostra nel suo studio di musaici tutti eseguiti con smalti filati". Così scriveva nel 1847 lo storico Gaetano Moroni (1802-1883), erudito dal sapere enciclopedico, che fu testimone oculare delle vicende artistiche di cui ha lasciato memoria. Il "musaico in piccolo", oggi conosciuto con il nome di micromosaico, nacque nell'ambito del cantiere musivo vaticano attivo dalla fine del Cinquecento e si affermò con opere di piccole dimensioni. Con tali manufatti, tra fine Settecento e per buona parte dell'Ottocento, fu ai vertici dell'industria artistica dell'Urbe richiamando, in particolare, l'interesse del pubblico del Grand Tour. Ma la moderna storiografia ne ha messo ampiamente in luce le originali applicazioni nel settore dell'arredo con la ricostruzione di un ricco catalogo di capolavori. I suoi artisti furono intraprendenti professionisti sia in patria che in ambito europeo...