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Luigi Chiarelli (1880-1947) fu tra i maggiori esponenti del "teatro grottesco" italiano, genere collocabile tra la classica commedia borghese e la drammaturgia pirandelliana. "La maschera e il volto" (1916), forse la sua opera più significativa, è caratterizzata da un profondo contrasto tra la realtà e l'illusione, tra l'autentica natura dell'uomo e le ipocrite convenzioni sociali che lo rendono schiavo. Chiarelli rappresenta con efficacia questo disagio, servendosi di soluzioni per l'epoca particolarmente originali. È per questo motivo che "La maschera e il volto" può essere considerata l'opera che fonda il genere grottesco, godendo peraltro ancora oggi di grande attenzione e numerose rappresentazioni.