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La segregazione, scrive Fabio Franzin nell'introduzione al testo, è la condizione umana in cui Barbieri (poeta schivo eppure presenza costante nell'ambito della poesia veneta, con all'attivo già alcune opere di spessore) ha vissuto e scritto le poesie che compongono questa raccolta nell'arco di un lustro stanziale e, costretto dalle necessità, di una solitudine randagia. La formula consolante di una triste eppur stupenda constatazione zanzottiana, "non resta che cingersi intorno il paesaggio", potrebbe essere la trama riassuntiva di Torre di Fine.