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Dedicare una monografia ad una figura come quella di Stéphanie Etzerodt, meglio nota alla letteratura come Stefania Omboni, significa voler dar voce alle imprese di una donna straordinaria, protagonista del dibattito del suo tempo sull'emancipazione femminile in rapporto con l'educazione, cittadina esemplare per le numerose opere realizzate insieme al marito, Giovanni Omboni, che a tutt'oggi risultano fondamentali per la città di Padova ma che altrettanto rimangono ai più sconosciute. La ricostruzione del lavoro della filantropa ha offerto spunti interessanti e inediti, dando onore al merito ad una donna che ha speso la propria vita per la causa dell'umanità derelitta, senza chiedere nulla in cambio. "Amare", "operare", "sperare" furono i verbi scelti da Stéphanie Etzerodt Omboni per accompagnarla come monito nelle opere realizzate nell'arco di tutta l'intera vita e dalle quali non volle separarsi nemmeno alla fine, indicandole nel desiderio che divenissero la sua iscrizione funebre.