Pio XII e la Shoah. Essere grati a chi ti ha salvato la vita è una umiliazione che alcuni non reggono di Levi di Gualdo Ariel Stefano - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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Pio XII e la Shoah. Essere grati a chi ti ha salvato la vita è una umiliazione che alcuni non reggono

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Gli Ebrei braccati dai nazisti messi in salvo dalla Chiesa Cattolica hanno attestato per tutta la vita devota riconoscenza a Pio XII. Poi giunsero i nipoti sionisti dei sopravvissuti alla Shoah, nati vent'anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, perlopiù ex comunisti trasmigrati con cinico opportunismo nei partiti della Destra dopo la caduta del Muro di Berlino, che li lasciò orfani inconsolabili e smarriti di Karl Marx. Una rozza compagine che a partire dal 1967 comincia ad attaccare la figura del Pastor Angelicus con libri, articoli, documentari e film costruiti su falsi storici generati da cieco odio ideologico verso il Cattolicesimo e il Papato. Così, un esercito di nipoti privi di misura e di senso del ridicolo cominciano a smentire le testimonianze dei loro nonni sopravvissuti ai campi di sterminio. Che equivale a dire: «Nonno, perché ti ostini a credere a ciò che hai visto e vissuto, anziché credere a quello che io ti racconto?».

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