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L'autore ritorna su uno dei suoi argomenti di ricerca privilegiati: la guerra civile che ha interessato l'Italia tra l'autunno del 1943 e la primavera del 1945. Le seguenti citazioni chiariscono quali sono gli obiettivi della ricerca: «Il nostro compito odierno è quello di distruggere la capacità della tirannide di continuare a tenere in catene vittime e testimoni molto dopo che la prigione è stata smantellata» (Z. Bauman). «Nessuna sindrome può veramente essere strappata alla sua tragica fissità se prima non spingiamo l'immaginazione dentro il suo cuore» (J. Hillman). L'immaginazione di cui si parla non è tuttavia sinonimo di fantasia o invenzione, ma si riferisce all'uso di una narrazione più "umana", meno arida, capace di far intuire i moti dell'anima. Ampio è il ricorso a testimonianze - scritte o orali, coeve ai fatti o rilasciate a posteriori - capaci di evocare esperienze di vita e stati d'animo illuminanti la realtà di quel conflitto, spesso intrecciato alla vita ordinaria di un popolo. Lo studioso di storia, qual è l'autore, affianca a ciò il riscontro puntuale con le fonti, l'attenzione per ogni sfumatura rivelatrice, il rispetto per il senso di ciò che ha rintracciato.