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Questo libro racconta sogni e realtà per strade e immagini nuove soprattutto a Milano, ma con ramificazioni e anticipazioni anche in Madagascar, a New York o Lisbona, perché si tratta di una dimensione estetica a livello planetario che ha origini e contaminazioni condivise e cifra propria la multiculturalità. È un'arte, come scrive Anna Canuto, che "si è sviluppata al di fuori del museo", e la Milano degli ultimi anni ha saputo cogliere questo grande anelito di libertà di espressione riservando sempre più spazio alla street art. I graffittari sono passati da writers a urban artist, oggi accolti ovunque. Un'arte sempre giovane capace di dare un senso positivo ai luoghi abbandonati trasformandoli in spazi liberati. Cereda testimonia questa continua attenzione alla vitalità prorompente e irrefrenabile del colore che tende a lasciare il segno dove altri hanno scelto o dovuto chiudere gli occhi. Che dovranno riaprire. Introduzione di Anna Canuto.