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Evgenij Ivanovic Zamjatin nasce a Lebedjan', Russia, nel 1884 e muore a Parigi nel 1937. All'età di ventuno anni, durante la Rivoluzione Russa del 1905, viene mandato in esilio, ma tornerà segretamente a Pietroburgo per completare gli studi di Ingegneria Navale. In quegli anni inizia anche la sua produzione letteraria che, grazie a un registro narrativo imponente e vorticoso, gli vale la definizione di "nuovo Gogol" da parte di alcuni critici. Diventa inoltre traduttore delle opere di Jack London e W.G. Wells e fonda il gruppo letterario I Fratelli Serapione. I suoi lavori, sempre più taglienti nella satira contro il regime di Stalin, gli costarono la censura in patria, per la quale chiede di suo pugno l'assoluzione con una lettera "L'autore della presente lettera, condannato alla massima pena, si appella a Voi per commutargli tale pena. [...] Per me come scrittore, essere privato della possibilità di scrivere equivale a una condanna a morte". La sua opera più famosa, tradotta in tutte le lingue, è "Noi", un romanzo distopico che ha ispirato un intero filone artistico, da George Orwell, a Aldous Huxley, da Any Rand a Kurt Vonnegut, fino ai giorni nostri.