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"La Spisa è uno di quei poeti che, pur utilizzando una forma di poesia tradizionale, se ne discosta lasciando quei temi comuni e inflazionati, quelle che Guido Gozzano definiva 'Le piccole cose di pessimo gusto'. La sua è una poesia popolareggiante, dai contenuti nuovi in una forma antica, laddove per antica si intende qualcosa che ha superato il corso dei secoli e che vive ancora, contrariamente a quella che viene definita poesia moderna, ma che avrà pochissime possibilità di diventare antica, classica, perché nessuno se ne ricorderà più. [...]" (dalla prefazione di Giuseppe Gerbino)