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A partire dal titolo, il saggio di Francesco Antonio Cefalì indica una precisa scelta di campo storiografico e non poteva essere altrimenti considerate le sue precedenti e pregevoli pubblicazioni. Cefalì identifica l'unità italiana non come culmine del risorgimento, ma come l'annessione forzata del Meridione al neo Stato italiano. Alla vulgata storica risorgimentale, egli contrappone la concezione di una guerra di conquista dei Savoia per allargare i propri confini territoriali, con l'appoggio di diverse potenze straniere, prime fra tutte la Francia e l'Inghilterra. Per arrivare agli avvenimenti del 1860, Cefalì attraversa i nodi principali della storia medievale e moderna del Meridione e la incrocia con le dominazioni longobarde, bizantine, arabe, normanne, angioine e aragonesi. Evidenzia il tentativo normanno svevo di creare una prima forma di entità statale, nonché i successivi scontri tra angioini e aragonesi, la dominazione spagnola dopo il trattato di Cateau Cambrésis fino all'arrivo dei Borbone nei primi decenni del Settecento.