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"Il nostro artista che vive / in un mondo di sogni / ma muore in un mondo reale, ama alternare e, accanto al linguaggio ardito e sognante dell'amore, usa un linguaggio più moderno in cui non utilizza la rima e si avvicina anche a brevi componimenti in prosa, insomma a quelle prove tecniche del titolo: spesso si tratta di riflessioni, considerazioni, pensieri, fiabe, ricordi, emozioni. In questo suo esplorare diversi linguaggi troviamo anche una deliziosa lirica in romanesco, dal titolo A tavola: il Poeta cambia così contemporaneamente l'oggetto della poesia che qui è dato da formaggi, prosciutto, salame, carbonara, risotto alla pescatora, abbacchio!" (dalla prefazione a cura di Fausta Genziana Le Piane).