Tab Article
"Museo delle cere parlanti" è un romanzo perché vi si narra e con i dovuti nuclei drammatici; però non fa solo quello: nei suoi tentacoli di "romanzo polipo", come lo chiama il sottotitolo, procedendo passo passo per frammenti brevi e anche molto brevi, incamera ricordi, riflessioni, commenti critici, sogni, aforismi, citazioni, calembours e altro ancora. Una sarabanda delle scritture messa in conto ad una voce narrante diffusiva ed erratica, tuttavia ben presto posta sulle tracce di un altro personaggio, un affascinante scrittore "alternativo", del quale trascrive fedelmente missive e scritti vari. Dell'"io" che parla sappiamo il nome, Furio Corvi, mediocre ex-funzionario statale, mentre l'oggetto del suo culto resta anonimo dietro la sigla QCP (Quella Certa Persona): e si dà il caso che l'autore presti locazioni e particolari propri sia al primo che (soprattutto) al secondo, senza però coincidere mai completamente con nessuno dei due, secondo un progetto di elusione e di straniamento. Prefazione di Francesco Muzzioli.