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Nella Valle del fiume Scafato sorge una piccola città, Paesone, e aleggia il ricordo di un'antica torre. Reale e onirico, ambiguo come ogni varco, questo segno del passato domina lo scenario in cui si muovono personaggi apparentemente non legati l'uno all'altro: l'autore di un blog anonimo, un ragazzino geniale, un aspirante poeta, un tossicodipendente che crede di essere un cavaliere errante, un trentacinquenne disturbato. Figure irregolari e dissonanti, i protagonisti del romanzo propongono immagini della realtà fedeli solo alla verità del proprio sguardo: come ammassi stellari, procedono ognuno con le sue certezze e la sua geometria particolare in un mondo di rovine, tra i lacerti della precedente interezza, ovunque circondati da segni da decifrare emettere insieme per provare a ricomporre il mosaico e acquisire una visione il più globale possibile, che riveli il senso, la teoria della comprensione profonda delle cose. Pluristilismo, ipererudizione, ibridazione di generi, metanarrazione: un testo polifonico e digressivo, una rappresentazione del mondo interiore che ogni uomo porta con sé e che si incontra o, più spesso, si scontra con i mondi interiori altrui.