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"L'ammissibile verità" rappresenta il romanzo di esordio dell'autore, che mette a nudo la conclusione degli anni '60 in un piccolo paese di provincia. Ci sono indagini pratiche, bizzarramente condotte dal vicecommissario Gerloni, indagini sentimentali, sviluppi familiari a cui la penna di Carbotti trova una precisa collocazione e identità. Inserisce in un unico contenitore molto elementi, gesti, simboli, distrazioni che tra loro trasformano il potere della scrittura in certezza degli eventi. Sfuma, scontorna, dà voce e toglie fiato, attraversa strade e uomini, stanca rinvigorisce per un unico sostanziale obbiettivo: raccontare. Ed è la sua natura raccontare, alimentato dal suo tempo trascorso tra questure e biblioteche. Un amo sempre alla ricerca del verme giusto per catturare il pesce più grosso, la storia di carne che valga la pena narrare. Carbotti, i suoi personaggi, le sue letture sono ora di tutti quanti. È giunto preciso come una pioggia autunnale, gettate gli ombrelli, siate narcisi, specchiatevi nelle pozzanghere, camminate immobili.