La coscienza dell'anima di Mazzucconi Vittorio - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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La coscienza dell'anima

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Il libro comincia con la famosa frase di Qoelet: vanitas vanitatum, che si conclude dicendo che l'importante è mangiare e bere, come del resto è vero per tutti gli animali, che perseguono così la sopravvivenza e la riproduzione. Un comune cammino di esperienza e conoscenza di cui l'autore legge il vero inizio, per l'uomo, nel formarsi di una sua anima individuale, adombrata dalla "cacciata" biblica. Un cammino che chiamo progressiva consapevolezza, del mondo e di noi stessi. Altra cosa è la coscienza, coscienza dell'anima, ossia di ciò che è al di là di questo piano. Cos'è l'anima? È l'essere: la religione e l'arte lo adombrano, mentre la filosofia spesso lo perde di vista. L'autore ne propone un'altra lettura, quella di un'anima simile alla luna. Come questa ruota intorno alla terra, così l'anima ruota intorno al nostro corpo fisico, nell'ambito di un mini-sistema solare interiore che ha al suo centro un sole, uguale a quello esteriore. Noi dobbiamo guardare ad esso, che è il nostro vero centro, e non limitarci a vivere superficialmente. Non solo guardare ma respirare, con un'inspirazione verso il centro e un'espirazione verso la sua circonferenza. A un'altra scala, si adombra così il concetto di un universo che respira, espandendosi e contraendosi, un concetto che la scienza ancora non conosce, mentre la religione ne intuisce almeno una parte, come il ritorno a Dio. Jung ne vede anch'egli una sola parte, leggendolo come il cammino che porta dall'Io al Sé, cioè al raggiunto equilibrio psichico dell'uomo individuato. Esplora però solo l'ultimo tratto del cammino, e si ferma prima del prossimo, dove il Sé si rivela essere l'anima, ossia l'essenza, di cui è ormai necessario prendere coscienza. Il mondo in cui viviamo ha invece dimenticato il Sé, l'anima e Dio, termini che hanno un comune significato, scaccia il pensiero della morte, ossia del ciclo della vita di cui essa fa parte. Se qualche volta se ne rende conto, chiama la sua grama esistenza vanitas vanitatum, mentre questa è solo la vicenda del mondo dell'esistere, alla radice del quale c'è il mondo dell'essere, di cui dimentichiamo la verità.

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