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"Salve, sono l'autore. Il mio nome è Fedele Cronista: un nome che descrive un destino. Considero che l'opera più meritevole della mia vita sia l'aver trascritto fedelmente in queste pagine gli appunti del viaggio compiuto da Frigeste di Liberaterra e il resoconto delle sue avventure. Ho svolto il mio incarico di cronista con dignità e onore: giuro sul vento, sul sogno, sulla rugiada e sul batter d'ali di cui sono fatto che tutto quanto racconto è assolutamente vero. Credo di non sbagliare affermando che quest'opera rappresenta un catalogo ragionato di quei luoghi-tipo dell'anima che ogni essere vivente è chiamato ad attraversare. Contrariamente a quanto accade con tutte le favole questa non prevede una morale. Se mai, però, una ci dovesse essere, possiamo immaginarla così: quando ci si sente in bilico tra ragione e pazzia, probabilmente lo si è davvero, ma assieme a tutto il resto del mondo. Gli archetipi, che c'entrano? È ovvio: tutti i personaggi, i luoghi, gli eventi di questa narrazione sono archetipi. Io stesso lo sono. Tutto il libro non è altro che l'archetipo dell'inutile che assurge a determinante, se lo si guarda dal lato giusto".