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"Vedesi una bellissima piazza detta Sant'Aniello che serve da delizia in estate per i Napoletani... e la sera in questo luogo si vedono adunanze di uomini eruditi e letterati", scrive Carlo Celano nel Seicento per descrivere Caponapoli, la parte più alta del tracciato greco-romano, il piccolo rilievo che domina quelle che oggi sono piazza Cavour e via Costantinopoli. Un luogo speciale dove si intrecciano mito e leggenda, storia e archeologia, arte e scienza, religione e antropologia, esoterismo e medicina. Pressoché sconosciuta ai più, l'altura tufacea fu scelta dagli abitanti della città nuova (Neapolis) come sede dell'Acropoli, ovvero lo spazio più sacro della città che sarà chiamata "seconda Atene".