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Questa è la storia di un uomo, Vittorio Nalin, che è passato attraverso molte vite e finalmente ha trovato quella che lo ha appagato, il suo paradiso in terra, quell'«hic manebimus optime» che tante volte, nell'inconscia e inquieta ricerca di se stesso, aveva creduto di aver individuato altrove e di non poterne quindi desiderare altre. È il destino degli uomini fortunati quello di trovare il luogo dell'anima, ma è prerogativa degli uomini generosi quella di prendersene amorevole Cura in modo da tramandarlo nella sua idilliaca interezza, nel pacato fulgore delle sue acque e del suo verde. La sua eredità non può che essere questa. Un mondo che attiene quasi più allo spirito che alla materia.