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Nel giorno della sua morte, avvenuta il 20 luglio 1837, il popolo foggiano scese per le strade in preghiera e commozione acclamando a gran voce: "santo subito". Perché don Antonio Silvestri era il prete degli ultimi, degli invisibili, degli emarginati, di chi viveva in sofferenza. Vecchiette abbandonate, infermi, poveri, derelitti, prostitute. Riuscì anche a costruire il Conservatorio del Buon Consiglio dove trovarono accoglienza le suore Oblate del Buon Consiglio da lui fondate. Il sacerdote nato e cresciuto in via Arpi, vissuto a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento, si è dato sempre da fare per aiutare soprattutto i più bisognosi, fino a morire di colera. Privo di ogni sostentamento economico, don Antonio nel periodo compreso tra il 1773 ed il 1837 ha realizzato numerose opere di carità e di solidarietà a favore dei foggiani in un contesto storico, economico e religioso assai difficile, dominato dalle conseguenze della rivoluzione francese e dalle disposizioni Murattiane contro la Chiesa. Il volume vuole anche riaccendere e sostenere il processo di canonizzazione di don Antonio Silvestri interrotto da tantissimi anni.