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In cinquantuno brevi capitoli l'autore ritrae altrettante erbe spontanee, la cui presenza e vitalità, spesso indesiderate, le riclassificano comunemente come "malerbe". Apparso in origine sulla rivista Fernandel, il primo nucleo di ritratti viene arricchito dai testi inediti composti per questa pubblicazione. L'altezza e la precisione, anche botanica, della scrittura, esaltano il carattere di ciascuna specie: una narrazione assai più che una descrizione, dove l'autore oscilla fra l'empatia e la simpatia, fra la benevolenza e l'adesione, mettendo il linguaggio al servizio di uno sguardo che auspica meno superficiale sulla natura "minore".