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"Questi versi sono nati da una discussione con mia figlia Lia, nove anni, quaranta a suo dire, che fece spallucce leggendo sui giornali alcune poesie scritte da professionisti all'inizio della pandemia. Dichiarò il suo disappunto in termini assai precisi, per non dire presi da Mallarmé, quando condannava la gazette: «Ma a cosa serve ripetere malamente il notiziario?». Per me è stata una sfida intima rispondere per le rime. Poi è diventato un gioco serio."