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Chi venne giustiziato dai Romani per lesa maestà, a Gerusalemme, tra il 19 e il 36 d.C.: un qualunque rabbi apocalittico o un irredentista dei ?anna'im? Da 1.800 anni la Chiesa afferma che ad essere mandato a morte tramite crocefissione fu Yehoshu'a masiah, il Messia cristiano Figlio di Dio. Ma il mondo ebraico non riconobbe mai come tale l'Yehoshu'a della Chiesa. Per quale ragione, dunque, nelle opere di Giuseppe Flavio sono stati contraffatti i libri che raccontavano ciò che realmente accadde a Gerusalemme tra il 18 e il 36? Perché la Chiesa ha cancellato il nome di Yehochanan tra i figli di Miryam, che persino un antico codice degli autori di Mattityahu citava? Quali erano le rivendicazioni di Yehudah di Gamla, detto il Galileo, e dei suoi cinque figli (che incredibilmente hanno gli stessi nomi dei fratelli di Yehoshu'a)? A queste e a tante altre domande si cerca di dare una risposta in questo studio, basato quasi esclusivamente su ciò che sopravvive delle cronache non cristiane, che ricostruisce un profilo verosimile di ciò che accadde in Giudea tra l'anno zero e la fine della seconda guerra giudaica nel 135 d. C., e mette in evidenza la figura di un attivista dei ?anna'im che, con ogni probabilità, costituisce il personaggio al quale una tradizione secolare si è rifatta per costruire quell'involucro teologico che è entrato nel mito occidentale col nome di Yehoshu'a di Natzrat.