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Con una mossa intellettuale dichiaratamente sardonica Simone de Beauvoir accetta la sfida della fondazione di un'etica al passo con i tempi moderni, finalmente in linea con il tramonto della metafisica. L'esistenza umana è ambigua, sempre sospesa tra tormento e meraviglia, in equilibrio funambolico fra pieno e vuoto. L'ambiguità è la cifra dell'effimero, la sua stessa condizione di possibilità. Si può esistere solo a patto di erodere lentamente il proprio tempo, si può godere dell'attimo solo sapendolo irripetibile: si splende nell'eccezione solo consegnandoci alla norma. L'ambiguità è il destino e il mandato di ogni scelta, l'alone che circonda di vuoto ogni certezza.