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Il libro parla della presenza di una comunità ebraica di circa 500 persone in un lasso di tempo di 150 anni, nel paese etneo di cui è nativo lo stesso autore. Il volume si apre con una data importante, il 1492, anno in cui Ferdinando d'Aragona promulgò l'editto antisemita che prevedeva la cacciata degli ebrei da tutti i territori siciliani, ivi compresa la cittadina di Randazzo. Attraverso un racconto a ritroso, viene quindi ripercorsa la storia dei precedenti secoli, per poi ritornare alla conclusione del libro, come seguendo un andamento ciclico, alla stessa data. A suscitare l'interesse dello storico, Santino Spartà, sul tema degli ebrei, un riferimento di Onorato Colonna, circa una lapide ritrovata nel territorio di Randazzo, che conteneva un'iscrizione ebraica. La metodologia dell'autore alterna due strade: il primo approccio è scientifico e si basa sulla raccolta di dati provenienti da documenti storici, degli archivi di Palermo e Catania principalmente; il secondo approccio, laddove invece le fonti scarseggiano, è quello di una logica elaborazione di teorie proprie teorie relative allo stile di vita e agli avvenimenti del tempo, basandosi su ragionevoli deduzioni.