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Come descrive Davide Rondoni nella sua prefazione: "C'è una forza nella diseguaglianza di questi testi. Bresciani cerca l'impossibile, ricapitolare, elaborare, con un gioco di orecchiamento con un livello psicanalitico del discorso. Una rielaborazione del tutto. La poesia è in questo gesto? Il testo non cerca effetti speciali, la forza sta in una sorta di compattezza interiore, quasi di tensione morale. Non a caso l'introduzione del libro adombra a un tema che oggi inquieta le coscienze di tutti e in più punti il richiamo a parole come "onestà" o certi autori citati vogliono dare a questo libro una fisionomia di viaggio morale. Il che potrebbe esporre il Bresciani a non pochi rischi - specie in questa epoca che tende a premiare la "moralità" nell'arte, spesso confusa con i moralismi adatti al potere di un pensiero dominante, quel genere di cose che faceva giustamente infuriare il sarcastico genio di Baudelaire. Ma la poesia offre a questo rischio un riparo, o almeno un vaccino".