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Il volume è dedicato a Wenceslau de Moraes (1854-1929), ufficiale della marina da guerra portoghese, diplomatico e scrittore, che visse ininterrottamente in Giappone per oltre trent'anni (1898-1929) in una continua ricerca d'identificazione con la civiltà di quel popolo. La sua incondizionata ammirazione per la cultura giapponese si riflette nei suoi scritti letterari, impregnati della magica «saudade» portoghese, cioè della nostalgia per il Giappone antico e per le due mogli giapponesi morte prematuramente. Come console conobbe di prima mano l'ascesa del Giappone a potenza mondiale e ne lasciò una cronistoria nelle quasi duecento corrispondenze per un giornale di Oporto. In esse, la descrizione dei fatti politici nazionali e internazionali si unisce alle sue impressioni sulla vita quotidiana o alla narrazione di miti e leggende. Venticinque di queste corrispondenze (scritte fra il 1902 e il 1913) sono tradotte in appendice al volume e - oltre ad essere i primi testi di Moraes tradotti in italiano - offrono uno spaccato del Giappone di quegli anni visto dalla particolare prospettiva di questo scrittore. Le tre successive appendici contengono l'elenco dei 183 articoli (con i sommari) pubblicati nel giornale di Oporto; la prima bibliografia completa e commentata di Moraes; una cronologia della sua vita. Il volume offre così gli strumenti per intraprendere anche in Italia lo studio approfondito di questo appassionato del Giappone, ingiustamente poco noto perché «prigioniero della sua lingua».