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"La Napoli che non muore" si compone di due parti: nella prima - di sole 28 pagine - si elenca una serie di sose che a Napoli non vanno, come malfuzionamenti, incurie e menefreghismo. Nella seconda parte assai più lunga (arriva infatti a pag. 239), i due autori - Costantino Maria Casilli e Gianfranco Bellissimo - vanno alla ricerca, nei vari quartieri di Napoli, di personaggi ed attività che - al contrario - vanno e funzionano più che bene. Questa seconda parte, pertanto, si articola in una serie di interviste a questi personaggi ed attività. Il volume si conclude poi con un elogio a questa nostra Regione che l'antichità romana definì "Campania felix".