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Letizia e Lorenzo sono due fratelli, due vite segnate dalle ferite dell'infanzia, da cui tentano in ogni modo di liberarsi, come i cavalli delle giostre di un vecchio luna park abbandonato, dove andavano a giocare da bambini. Vite in bilico, "gocce di pioggia, che si aggrappano al vetro e provano a resistere", pirati del mare trasformati in delfini dopo un incantesimo che un dio buono gli ha imposto per farli rinascere attraverso la metamorfosi, affinché si prendessero cura di altre anime simili alla loro e le liberassero. Le anime dei loro compagni di viaggio. Quella di Cecilia, una concertista che tenta di incanalare le stravaganti doti musicali di Lorenzo nei rigidi schemi convenzionali del Conservatorio. Quella di Matteo, che immortala la personalità evanescente di Letizia nella nudità di un ritratto che le mostrerà la vera se stessa. Un intreccio di vite e di sensazioni, una storia di contatto e di scontro, di liberazione e salvezza. In questo romanzo, le parole sono strumenti con cui giocare e sperimentare. Sono catarsi, espiazione. Un prisma che scompone colori. Farfalle, stelle, nuvole, lacrime che formano l'arcobaleno, scie di aerei che creano trame nel cielo.