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Patrizia Formichi racconta il proprio mondo attraverso liriche che ci introducono nelle caverne più recondite del cuore umano così come nelle tinte più leggere dei colori della vita. I pensieri d'amore che maturano nel "silenzio profondo" in cui "le nuvole stesse si sono fermate" diventano "slancio violento" verso l'ignoto. All'anima fa da specchio la natura con i "desolati paesaggi colpiti", "tra crepitio e schianto", dal "potente frastuono" mentre "con rigore ricorre il rimbombo" che prelude alla dimensione del sacro. Ma Patrizia canta anche in modo leggero e soave le "Ragazze di un tempo" che "Dal borgo tornano col cappello". Forse ispirata dalla brezza marina livornese dalle tinte impressioniste, descrive con potenti macchie di colore la bellezza del mare e il vento. Il vento solleva l'anima delle cose, lasciando da terra l'impronta, le intreccia in altezza per andar senza meta, a incontrar luoghi di ogni sorta. Sulla scia del vento passano leggere, e come una danza fanno figure, giocano, si voltano e cadono e s'innalzano ora veloci ora lente.