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Una, nessuna e centomila, l'autrice cambia voce e registro da una poesia all'altra, veste i panni dell'affabulatrice sperimentale ("Vorrei non-essere altamente non contemporanea ma un po' di differita...") o dell'espressionista dark ("Laggiù dove tutto è oscuro/palude di grumi"); si libra in erotismi astratti ("mirabili follie e pensieri sani/s'accasciano nel mezzo/del mio letto"); si cimenta in una medicina interna insieme allegorica e concreta, dove agiscono personaggi chiamati fegato, colonna vertebrale, virus, stomaco e succhi gastrici. (dalla prefazione a cura di Tiziana Colusso)