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Tutto ebbe dunque inizio, se possiamo usare anche noi un incipit così... originale, da una nostra superficiale rilettura di quel famoso libriccino di Ser Niccolò, e dalla domanda che ci ponemmo circa la fine fatta nel moderno Occidente dai poteri del principe assoluto. Comunque, a parte ciò, ci venne in proposito abbastanza naturale di immaginare un "principe minore", e cioè l'insieme dei cittadini intesi non come semplice massa inerte, ma centro e sede di ogni potere politico, i quali, finalmente divenuti coscienti, e attivi, e determinati, avessero deciso di trasferire a se stessi, attraverso le costituzioni, i poteri del principe assoluto. E che una costituzione fosse tanto più valida quanto più completamente attuasse quel trasferimento, riducendo al minimo la quota di potere per motivi tecnici non direttamente gestibile dai cittadini medesimi, o da loro rappresentanti direttamente eletti, creando allo scopo solo pochi organismi politici "di servizio", sui quali il principe minore potesse però sempre avere il totale controllo.