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Mentre il libro precedente, "L'amico segreto", era un dialogo con sé stesso, anche se su un piano ben più alto di quello del piccolo Io - era un dialogo con il Sé - questo è un dialogo con la morte, nato da un'esperienza in cui essa è apparsa vicina. Ma cosa si incontra in tale frangente? Proprio il Sé, se la nostra anima ne ha maturato la consapevolezza e riesce a riconoscerlo. L'anima è in tal caso liberata dal ciclo delle nascite e delle morti e può ascendere all'essere eterno, come sarebbe di uscire dalla rotazione della terra per ascendere al sole. Il "Conosci te stesso" dell'antico precetto, a cui seguivano le parole "in te stesso è celato il tesoro degli Dei" comporta la scoperta di tale centro. Accanto a questo, l'autore guarda al mondo in cui viviamo e ad una modernità che sta per finire sotto i nostri occhi; si confronta con le sue varie aberrazioni, fra cui l'utopia di una crescita illimitata - come sarebbe una vita che non conosca la morte - sostenendo la necessità di un limite in ogni campo, da riconoscere però con una vera conoscenza, ben oltre quella razionalista e materialista che sta distruggendo l'uomo e il mondo.