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Nato in Villa è una breve autobiografia di Beppe Bisio, nativo di Voltaggio, piccolo paese a ridosso dell'Appennino Ligure. L'autore, pensionato dell'allora Italsider, affidandosi alla sua buona memoria, descrive e fa rivivere attraverso i ricordi la vita quotidiana così come si svolgeva nell'immediato secondo dopoguerra. I protagonisti della vicenda, oltre a lui, sono i famigliari: il nonno, il bisnonno, il barba, la lalla e i compaesani che in un movimento corale ci trasportano nelle case di questo piccolo paese. Beppe Bisio narra ogni avvenimento della sua infanzia e adolescenza con commozione e una certa nostalgia, anche quando racconta della vita in campagna dove si lavorava duramente, della crudeltà della guerra, degli amici e dei parenti ormai scomparsi, dei soldati, anche quelli nemici, guardati, nonostante tutto, con un certo rispetto. In uno stile molto semplice, colloquiale, l'autore ricostruisce una società rurale, ancora per poco, permeata da valori come l'onestà e l'onore, che ai giorni nostri stanno scomparendo e sembra quasi voler ammonire, soprattutto i più giovani, a non perderli di vista e a non cancellare gli insegnamenti ricevuti dal passato.