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"Forse mi permetto slanci di entusiasmo estatico in una forma così estremamente carica di pathos perché voglio riprodurre per me stesso il dramma del mondo, la visione di un mondo in continua trasformazione, perché mi voglio entusiasmare, perché voglio convincere me stesso a tuffarmi senza riserve in un'ebbrezza creativa. Ma sono pronto in ogni momento a riconsiderare tutte le visioni che ho sviluppato, se uno stato d'animo mi porta a orientarmi diversamente, mi indica altri punti di vista. Con questo testo non si intende fornire una visione dogmatica del mondo. Tutto è in sospeso. Si rifiuta soltanto ciò che è mediocre, falso, non veritiero, non dinamico. Se sono sincero, spesso non sono in grado di assolvermi completamente a causa dell'accumulo di aggressività distruttiva nel mio lavoro. Ma c'è qualcosa in me che avverte che questi drammi, questo teatro che ritrova sé stesso, sono di una sacralità e di una necessità esistenziali."