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Franco Ferrari è un intellettuale di successo, un borghese moderato e laico, che nel tracciare un bilancio della propria vita si accorge di condurre un'esistenza fiacca e passiva, senza più ideali né passioni. La relazione con una donna tunisina e l'incontro con un dignitario saudita gli fanno scoprire la maggiore "vitalità" dell'Islam, la sua mistica assoluta così estranea alla civiltà dell'Occidente. Subisce la certezza granitica dei musulmani, che dubbi sulla loro fede non ne hanno mai e ad essa sacrificano pure la vita. Ma di fronte a queste accuse sente l'esigenza di difendersi e di difendere la cultura e il residuo di fede del suo mondo, proprio come fece un suo antenato che, nella battaglia di Vienna in quell'11 settembre del 1683, contribuì a fermare l'esercito di Maometto IV. Un gesto estremo, da compiere in una moschea, una prova di forza. Ma al momento decisivo ecco un imprevisto, e tutto viene rimesso in gioco. Scritto nel 2008 e ripubblicato oggi in una versione volutamente non aggiornata dall'autore, questo romanzo provocatorio e audace si rivela profetico. Con più di dieci anni d'anticipo, Farinotti descrive un Occidente che ha smarrito la propria identità, dominato dalla paura, assediato, tentato da reazioni estranee alla sua cultura e alla sua storia.