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Il libro ricostruisce la nascita e la struttura dell'immagine del mondo propria della civiltà greco-romana, della Cina antica e dell'islam medievale. In ognuno di questi mondi si ritrova un modo originale di intendere l'universo, la vita, la morte, la società, il potere, l'essere umano e il suo destino. Mediante un'analisi comparativa l'autore rintraccia nelle tre civiltà una medesima aspirazione ad una vita universale. L'uomo è ovunque lo stesso e sempre differente. L'unità del genere umano si realizza infatti attraverso la pluralità sociale, politica, religiosa e culturale. Le tradizioni derivate da queste civiltà oggi sono in competizione e in conflitto l'una con l'altra. Il riferimento alla comune visione universalistica dell'umanità dovrebbe invece indurre ognuno alla ricerca della comprensione e del dialogo.