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Piero ogni sei mesi rientra a Perugia; il primo semestre di ciascun anno solare è a Brisbane, bella città australiana, vicino al mare. Lo possiamo definire un pendolare italo-australiano, rappresenta al massimo un fenomeno di camaleontismo geografico, dovuto all'estrema vivacità del suo carattere e alla capacità di adattamento nelle situazioni, anche le più complesse. Il dopoguerra del 1943 fu un periodo di gravi difficoltà. Piero, bambino e adolescente era uno dei tanti figli delle disgrazie della guerra: suo padre, capitano della milizia fascista nella Repubblica Sociale Italiana, al seguito di Benito Mussolini, morì in un'operazione contro i partigiani sul Monte Grappa. Poco più che ventenne, innamorato della sua Pamela, di buona famiglia australiana, l'aveva impalmata con rito luterano a Melbourne, dopo un lungo viaggio verso il nuovo emisfero. Era destino che un tipo così dinamico, controverso e asociale dovesse percorrere ogni giornata della sua esistenza, non solo in Italia, ma anche in Australia, secondo il motto: "Il pericolo è il mio mestiere".