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Questo libro, che nasce dallo studio dei verbali del parlamento sardo presieduto dal viceré Michele di Moncada nel 1583 a Cagliari, consente di osservare da una distanza ravvicinata le lotte di potere, gli equilibri di forza, le urgenze sociali e le paure individuali che agitano la società sarda nella seconda metà del XVI secolo. Lo studio svela il profilo di un mondo segnato dall'emergere di nuovi protagonismi urbani; dalla stretta esercitata da un ceto feudale geloso dei suoi privilegi e determinato ad ampliarne la portata; dal dinamismo di élite rurali impegnate nel conseguimento di nuove e più mature libertà. Il Parlamento Moncada è anche lo specchio di una società insulare aperta all'esterno e che dunque si trasforma per effetto della corsa barbaresca, del conflitto tra cristianità e mondo arabo-ottomano e delle pulsioni assolutistiche e riformatrici della monarchia spagnola retta da Filippo II d'Asburgo.