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Le culture politiche liberaldemocratica e liberalsocialista (LIBLAB) possono ancora dare risposte di metodo e di merito alla crisi stessa della democrazia aperta sotto ai nostri occhi. Meglio se liberate dai conflitti interni che nel '900 hanno reso questo ambito della politica più fragile rispetto ai grandi blocchi ideologici. Al punto tale che esse, come contenuto reale di soggetti attivi, sono state interrotte o marginalizzate. Si è provato a lavorare sulla cornice comune di quei valori - politici, civili, culturali - risalendo ad eredità di anni difficili e gloriosi (la resistenza, la liberazione, la costituente) coscienti dei grandi cambiamenti intervenuti. Il riferimento post-azionista è diventato così stimolo e allusione morale, per riconnettere storie d'Italia e d'Europa con radici comuni e sviluppi importanti di virtù collettive. In questo impegno vi è anche l'idea del primato etico-politico del rilancio e della rigenerazione dell'Europa. Che, per contrastare nazionalismi e populismi insorgenti, deve riprendere con fierezza la prospettiva federalista, quella che l'azionismo italiano immaginava mentre infuriava la catastrofe della guerra mondiale.