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«Questo libro vuole essere soprattutto un omaggio a Mimmo Cuticchio, ai suoi settant'anni, grandissima parte dei quali vissuti tra i pupi, paladini, giganti, maghi, re coronati e lunari saraceni. È stato lui ad accendere gli interrogativi che hanno guidato le mie ricerche. Lui e le sue "superstizioni", necessità intrinseche alla sua natura di artista, credenze e convinzioni che "stanno sopra la realtà" e alle quali non chiede di essere vere, ma soltanto d'essere efficaci, feconde nello stimolare il processo creativo. Ganci ai quali appendere e attraverso i quali alimentare le proprie convinzioni e le proprie ricerche. Fecondi non solo per l'artista che li usa come punti di forza del proprio procedere, ma anche per lo studioso. Entrambi, l'artista e lo studioso, sono ben consci di occuparsi di storie diverse e della necessità di procedere ognuno per proprio conto, ma anche con lo sguardo al compagno di strada per accoglierne stimoli e dare le risposte che ognuno può dare con i propri strumenti. Questo l'artista e le sue superstizioni possono insegnare allo studioso. Niente di più, ma non è poco. È, anzi, una ricchezza enorme».